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L’Automobile Club d’Italia mappa le strade più pericolose d’Italia

Quando sento mio padre raccontarmi della sua infanzia, fatta di partite a calcio per le strade, di manciate di auto al passaggio ogni ora, del traffico praticamente assente, un po’ mi viene da sorridere pensando invece un momento alla situazione che si affronta oggi.

Nell’ultimo mezzo secolo si è potuto infatti assistere ad una crescita esponenziale dei mezzi (pubblici o privati che siano) circolanti in Italia, agevolando da una parte gli spostamenti, ma dall’altra contribuendo ad arricchire il potenziale numero di eventi incidentali.  L’Automobile Club d’Italia (ACI), per far fronte a questo, da diversi anni sta monitorando le arterie principali del nostro Paese, cercando di estrapolare una sorta di “mappa degli incidenti”, volta ad individuare i tratti più problematici. La “Localizzazione degli incidenti stradali 2017”, questo il nome dello studio portato avanti dall’ente, ha analizzato i circa 36560 incidenti – di cui 1228 mortali – i 58967 feriti, avvenuti su circa 55000 chilometri di strade italiane.

Secondo i dati provenienti dallo studio, ben 7 incidenti su 10 avvengono sulle strade urbane, mentre 3 su quelle extraurbane. In particolare gli ultimi anni hanno visto un trend crescente per quanto riguarda gli incidenti in autostrada – con un +0.4% – mentre per extraurbane ed urbane si è constatato un calo rispettivamente dello 0,7% per le prime e dello 0,5% per le seconde. In particolare, l’autostrada A24 è il luogo dove si verificano più incidenti, con una spaventosa statistica di ben 17,1 incidenti per km: per avere un termine di paragone, basti pensare che la media italiana per la rete autostradale si attesta su 1,3 incidenti al km. Seguono poi la classifica il Raccordo di Marghera (11,3 incidenti/km), ed il Raccordo di Reggio Calabria (10,5 incidenti/km). Passando poi ad identificare meglio i mezzi coinvolti, si è constatato statisticamente come in autostrada, nel 41% degli incidenti, venga coinvolto un autocarro, un autotreno o un autoarticolato. Chi ne paga le conseguenze? Sulle strade extraurbane ad esempio, su un 36% del totale degli incidenti mortali monitorati dall’ACI, si è visto come il 21% dei decessi fosse costituito da motociclisti, nell’11% da pedoni e nel 4% da ciclisti. Questo spiacevole quadro fortunatamente sta vedendo dei miglioramenti però: rispetto al 2016, nel complesso, si è osservato come su grandi arterie come il GRA, 106 Jonica, Statale del Lago di Como e dello Spluga, Appia, Statale dei Giovi e Autostrada Salerno-Reggio Calabria, il numero d’incidenti sia diminuito. Auspicandoci che la situazione nel tempo ci dia un trend sempre migliore, in parte anche grazie ai supporti tecnologici di assistenza alla guida (ADAS) fruibili oggigiorno sulle vetture moderne, si rimanda sul portale www.lis.aci.it, dove è possibile consultare in modo più approfondito lo studio condotto dall’ACI. (Lorenzo Pollini)

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La Redazione

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